There's no calm after the storm - Matteo De Mayda
Un evento meteorologico estremo ha colpito il nord-est dell’Italia nell’ottobre 2018. Lo scirocco ha soffiato fino a 200 chilometri orari nelle valli dolomitiche, schiantando al suolo circa 14 milioni di alberi. Si stima che la tempesta, che per la sua intensità è stata classificata come uragano, abbia devastato circa 42.500 ettari di foreste (pari a 70 mila campi di calcio), per un danno economico complessivo di quasi 3 miliardi di euro.
A quasi sette anni di distanza, le conseguenze della tempesta Vaia sono ancora visibili e tangibili. I versanti di alcune montagne restano spogli. I boschi sopravvissuti sono invasi dal Bostrico tipografo, un coleottero parassita che si ciba di legno, accelerando il degrado ambientale. Senza la presenza delle piante, è venuta meno una barriera naturale contro frane, smottamenti e valanghe, mettendo a rischio anche la sicurezza delle comunità locali.
Le tempeste hanno sempre fatto parte della storia dei boschi, ma il riscaldamento globale ne sta amplificando la frequenza e l’intensità. “There’s no calm after the storm” è un progetto sviluppato in cinque anni di lavoro insieme al giornalista Cosimo Bizzarri e ai dipartimenti TESAF e DAFNAE dell’Università di Padova.
Attraverso un approccio stratificato che combina fotografia, materiali d’archivio e ricerca scientifica, indaga le conseguenze a lungo termine di un evento meteorologico estremo, evitando immagini sensazionalistiche e concentrandosi sul rapporto tra comunità e natura. Il lavoro si prende il tempo necessario per interrogarsi su cause, responsabilità, conseguenze, opportunità e prospettive future, sensibilizzando il pubblico sull’emergenza climatica e sull’equilibrio fragile tra l’azione dell’uomo e la tenuta degli ecosistemi.
Matteo de Mayda è un autore visivo con base a Venezia. La sua pratica si concentra su tematiche socio-ambientali e si sviluppa in dialogo con materiali d’archivio e approcci scientifici. Ha esposto il suo lavoro presso la Biennale di Architettura di Venezia, MUFOCO, Triennale di Milano, CAMERA Torino, Fotografia Europea e Design Museum di Londra. Nel 2025 ha vinto la quinta edizione del Premio Gabriele Basilico. Le sue immagini sono state pubblicate su riviste internazionali tra cui The New York Times, Financial Times Magazine, Internazionale, M Le magazine du Monde, The New Yorker, Zeit e Vogue.