Asperità ritrovata - Mariarita Loiacono
Ai più, Siracusa è nota per le meraviglie dell’isola di Ortigia, celebre centro storico e grandiosa testimonianza del barocco siciliano. Gli sviluppi recenti della città riguardano la parte continentale del territorio, caratterizzata da un il suolo roccioso ed articolato. La scarsa qualità dei fenomeni urbani scoraggiano i visitatori ad addentrarsi nel tessuto di questa parte di città. Da un punto di vista morfologico, la Siracusa contemporanea è una successione di insediamenti disordinati e a diverse densità: da quelli meridionali, ortogonali e tipicamente ottocenteschi, fino ai quartieri “cluster”, figli di piani di lottizzazione senza alcun legame con l’intorno.
A nord si incontra l’estrema periferia della città, dove lungo un tratto di costa compreso tra l’area industriale e schiere di palazzi popolari, sorge un’area occupata da delle antenne VLF ad uso militare, da anni dismessa. Si tratta di un grande altopiano roccioso, dove il tempo sembra essersi fermato. La natura domina incontaminata, rivelando un’immagine del luogo ormai dimenticata, leggibile solo nella storia delle “latomie”, le grandi cave di roccia con le quali è stata costruita la storia della città. In questo luogo pieno di contraddizioni, l’ex linea ferrata a servizio dell’area industriale – oggi una lunga pista ciclabile che percorre la costa orientale fino a nord – scava un solco nel suolo e conduce alla riscoperta di una periferia che trova il suo riscatto in una qualità paesaggistica autentica e pregevole.