
“Naked Venice” – Fabio Catanzaro
“…Venezia è nuda ed il suo fascino resta intatto, anzi ne acquisisce ulteriormente. I rumori che rompono il silenzio sono quelli delle imbarcazioni che percorrono il Canal Grande…”
“…Venezia è nuda ed il suo fascino resta intatto, anzi ne acquisisce ulteriormente. I rumori che rompono il silenzio sono quelli delle imbarcazioni che percorrono il Canal Grande…”
“…La Scuola, come molti altri spazi, ha tentato un riadattamento interno dei numeri, delle spazialità e dei percorsi, ma non è bastato a garantire sicurezza ai suoi abitanti…”
“…Si crea qui un contrasto visivo tra la morbidezza delle linee strutturali e i profili frastagliati delle crode circostanti. La chiesa appare naturalmente inserita nel contesto, come se le onde di quella notte si fossero cristallizzate nel tempo per creare un luogo di riflessione…”
“…Di questo percorso fanno parte anche tre tappe, che rappresentano il periodo della mia adolescenza, prima di iniziare gli studi di architettura: l’auditorium di Oscar Niemeyer a Ravello in costiera amalfitana; la scala elicoidale nel palazzo Mannajuolo nel quartiere Chiaia a Napoli, di cui ricordo perfettamente lo stupore la prima volta che la vidi; e il Palazzo della Civiltà nel quartiere Eur a Roma. Queste forme hanno fatto nascere in me la voglia di studiare l’architettura…”
“…Immaginate di capire, all’improvviso, di trovarvi in un luogo che non conosce distinzioni: qui natura è architettura, architettura è natura. Immaginate ritmi lenti e atmosfere sospese: vi trovate dove non esiste né fretta ne frenesia, dove ogni cosa è il risultato dello scorrere, lento, del tempo.
Immaginate di essere in Cappadocia, terra di mezzo tra Mesopotamia e Asia Minore, lungo la Via della Seta…”
“…Ricordo l’atto di percorrere questo spazio come un’esperienza emotiva. E come in ogni grande incontro c’è entusiasmo, emozione, un’attrazione forte con un senso di impazienza nell’entrare in
contatto, che rischia però di rivelarsi superficiale.
Il tutto non si può rappresentare, e non si può possedere…”
“…Perché lo spazio che viviamo ci abita abitando sé stesso, si nutre di sentimenti, li agita e li
stimola, al di là del tempo e del mobilio attonito che alimenta con la sua fissità quell’incredibile illusione di un nostro prolungamento, di una nostra proiezione, di un nostro riflesso sugli oggetti e sulle cose che crediamo che pensino…”
“…Le vaste distese sottratte alla natura vengono attualmente ancora curate, anche
se il fieno prodotto non viene totalmente utilizzato poiché una parte di esso viene
abbandonato sui campi. Questa attività viene svolta d’estate dai giovani dell’oratorio, che,
durante i centri estivi, si dilettano in questo prezioso lavoro…”
“…La ricostruzione ha forse funzionato? La vita cittadina ha ritrovato la vivacità e l’armonia di un tempo? Vi sono pareri discordanti. I più concordano che la vecchia identità, specie nei rapporti umani di serena convivenza, è stata perduta; nella Nuova Gibellina, una identità altra è stata acquisita…”
“…La prosperità del canale perdurò almeno sino ai primi anni del ‘900, quando il suo utilizzo si ridusse radicalmente a causa dell’apertura di una nuova linea ferroviaria che collegava, con un tracciato quasi sempre in parallelo al corso d’acqua, le città di Valladolid ad Alar del Rey. Il suo lento ma inesorabile declino ha generato uno dei fenomeni di archeologia industriale maggiormente estesi del territorio europeo…”
“…Il complesso segue una logica di disordine programmatico che anticipa questo scenario contemporaneo, esprimendo in nuce il concetto di ipercittà: una trama frammentata senza geografia apparente, già tesa a prefigurare modi più complessi di vita…”
“…Ma cos’è uno spazio se non il mezzo essenziale dell’architettura? L’architettura stessa può essere considerata tale ed è possibile solo nel momento in cui viene collocata in uno spazio. Allo stesso tempo lo spazio si compone di elementi: il vuoto, tutto ciò che sta intorno ad un’architettura, il paesaggio e l’opera architettonica stessa…”
“…Un’abitazione in completa antitesi con ciò che la circonda. I molti che vi passano di fronte non ne conoscono la storia e la guardano interdetti, domandandosi che cosa possa essere e perché si trovi lì. La casa albero di Perugini a Fregene è un esperimento architettonico, distante pochi chilometri dalla città eterna…”
“…É difficile non rimanere colpiti dalla tomba Brion se si va cercando la risposta alla domanda. In questo progetto, Carlo Scarpa ha saputo intrecciare un pensiero critico sulla sua personale idea di mondo con la sua ampia conoscenza artigianale.
Un passo indietro (o in avanti?)…”
“Il cimitero è la metafora della casa. La casa dell’uomo oltre la condizione terrena.
E come la casa è un luogo protetto, riferito all’idea del recinto come elemento che identifica un luogo e lo
preserva a un tempo…”
“Venezia è per tutti un’opera d’arte. Sospesa tra cielo ed acqua, racchiusa in una piccola bolla che cerca di proteggerla dalle contaminazioni esterne… “
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